Inaugurazione
venerdì 6 ottobre 2023 alle ore 18.30
Castello di Udine
Sale del Museo Friulano della Fotografia
ingresso libero
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino all’11 febbraio 2024.
Informazioni su:
www.civicimuseiudine.it
davidedegano.com
SCLAVANIE
Sclavanie è un termine che indica le origini slave delle prime popolazioni che hanno abitato questi territori. Oggi questa parola ha cambiato completamente il suo significato, tanto che la lingua friulana la usa per indicare, in modo dispregiativo, le persone che vivono principalmente nelle zone montane di confine e che hanno mantenuto vive le loro radici slave.La struttura linguistica del Friuli Venezia Giulia è molto complessa e unica, grazie alla sua posizione geografica che lo rende un punto di passaggio nelle direzioni nord-sud ed est-ovest dell’Europa.
est-ovest dell’Europa. Qui si incontrano lingue latine, slave e germaniche, retaggio di un passato che ha visto convivere queste popolazioni. Questa particolarità fa del Friuli Venezia Giulia l’unica regione in Europa in cui si utilizzano ancora quattro lingue ufficiali all’interno dello stesso territorio: Italiano, Sloveno, Friulano e Tedesco.Esploro, con uno sguardo antropologico, i temi che più caratterizzano quest’area, come l’emigrazione e lo spopolamento dei piccoli villaggi. Questi fenomeni hanno minato le basi per la trasmissione orale e la sopravvivenza della memoria e delle antiche tradizioni. È una tendenza nazionale che alimenta l’immagine della montagna come terra di solitudine e di fatica.
Attraverso questa ricerca mi muovo alla riscoperta dei luoghi dell’infanzia. Attraverso un riesame attivo, critico e consapevole del “locale”, si indaga la memoria comune tramandata agli abitanti che resistono tra questi luoghi. Un viaggio che diventa poi occasione per riflettere sui valori del vivere e del fare comunità, sulla loro trasformazione, degrado, estinzione ma anche riscoperta e fioritura. Quali opportunità offrono questi territori? A quali vocazioni rispondono? Come possono competere nelle trame del globalismo metropolitano?
La dimensione del villaggio di montagna non è solo una strategia nostalgica di riposizionamento, ma una reale possibilità di rigenerazione di meccanismi capaci di garantire occupazione e qualità della vita come in pochi altri contesti.
Per frenare l’emorragia demografica di un insediamento diffuso e di piccole dimensioni, e quindi l’esodo dei giovani verso le aree urbane, sono necessarie alternative concrete. Nell’arco alpino, diversi studi documentano pratiche e strategie di rigenerazione locale ed esempi positivi di “ritorno al villaggio”. Io ho scelto di affrontare la questione in casa, cercando di misurarmi con una visione controversa, stregata dalla bellezza e dalla potenza di queste terre.
Davide Degano