Prodotta e organizzata da ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia –
Magazzino delle Idee, Corso cavour 2, Trieste
Dal 19 marzo al 26 giugno 2022
La trasformazione della donna da modella al servizio di un artista a figura attiva e creativa attraverso 90 scatti rigorosamente al femminile. A raccontarla è la mostra “Io, lei, l’altra – Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste”, allestita al Magazzino delle idee di Trieste fino al 26 giugno. Curato da Guido Comis, il percorso espositivo fa dialogare tra loro ritratti eseguiti da uomini come Man Ray, Edward Weston, Henry Cartier-Bresson, Robert Mapplethorpe con rappresentazioni e autorappresentazioni di donne fotografe capaci di esprimere la propria personalità al di là delle convenzioni.
È il caso delle foto di artiste come Inge Morath, prima donna a lavorare per l’agenzia Magnum Photos, ma anche degli antesignani selfie di Vivian Maier, principale esponente della street photography. Grazie ai loro lavori, i ruoli consolidati della rappresentazione della donna cedono spazio a modalità di espressione inedite come in “Io+gatto”, celebre fotomontaggio della rappresentante triestina del futurismo Wanda Wulz.
La rassegna dedica la prima sezione a Meret Oppenheim, Tina Modotti e Dora Maar, muse ispiratrici per opere altrui ma anche artefici di straordinarie immagini. Il ruolo tradizionale della donna come madre, casalinga o oggetto sessuale viene poi messo alla berlina nei ritratti degli anni ’70 di Jo Spence – che si ritrae mentre allatta un adulto – oppure nella reinterpretazione del tema “Madonna con Bambino” di Valie Export, che sostituisce l’infante con una aspirapolvere. In “Esotici Contrasti” Zanele Muholi si autorappresenta a sua volta adorna di oggetti disparati, sottolineando gli stereotipi in base ai quali il gusto africano si esprime in forme di decorazione “sovraccarica”.
L’iniziativa prosegue con le artiste raffigurate insieme alle proprie creazioni in una sorta di promozione del proprio lavoro. Non mancano le fotografie che restituiscono un’immagine dei soggetti che riconosciamo quale autentico riflesso della loro personalità. In particolare, nello shooting di Deborah Feingold ad Annie Lennox o in quello di Herb Ritts che mette in scena la grande fiducia in se stessa di Madonna. Nell’ultima parte della mostra I canoni tradizionali della bellezza femminile sono poi rovesciati da Mari Katayama che in “You’re Mine #002” ostenta in modo naturale i suoi difetti fisici.