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Istria. Terra

Istria. Terra

Venerdì 19 aprile 2013 alle ore 20.00 si inaugura la mostra fotografica di Branko Lenart. Le opere verranno presentate da Andrej Furlan. Luogo: Museo della Galleria Casa carsica Repen, 34 Repen Monrupino – TS

Branko Lenart, artista e fotografo di fama internazionale, nasce nel 1948 a Ptuj, ma sei anni dopo emigra con i genitori nella vicina Austria. Nel 1968 diventa membro del circolo artistico di Graz Forum Stadtpark. Branko Lenart è cofondatore ed ex presidente (1994 – 2007) del circolo culturale člen 7 / Pavlova hiša. Fino al 2007 lavora come docente di fotografia presso la Scuola superiore statale di arte e design di Graz (1979 – 2007) e presso la Scuola superiore tecnica Joanneum di Graz (1996 – 2003). Dal 1968 organizza e collabora con continuità a mostre personali e collettive in Slovenia, Austria e a livello internazionale.
Branko Lenart è autore di numerose pubblicazioni monografiche: Tito v reprodukcijah, Srečna galerija, Beograd 1984; Wahr genommen, Edition Fotohof, Salzburg 1991; Res publica, Separatum Lichtungen, Graz 1993; Vitalogy, Neue Galerie, Graz 1998; Kaddisch, Edition Camera Austria, Graz, 1998; Light Works, Biblioteca Ivan Potrc, Ptuj 2002; Augen:Blicke – Schrift:Stücke, Droschl Verlag, Graz 2004; Die Leute von Rachau, Holzhausen Verlag, Vienna 2004; Photo:Concept 1965 – 2005, Fotogalerie Wien, Vienna 2005; Piran:Pirano, Museo dell’architettura, Lubiana 2008; Preteklo in pozabljeno – Judovska kultura v Sloveniji, Pavlova hiša, Graz 2009; Styrians, Galerie Marenzi, Leibnitz 2009; Krkavče – Istria. Terra (2012).
Le sue opere fanno parte di collezioni nazionali e internazionali, tra cui: Albertina, Vienna; Museo dell’architettura, Lubiana; Archivio fotografico, Trieste; Bibliothèque Nationale, Parigi; Fundació Joan Miró, Barcellona; Musée d’art et d’histoire, Fribourg; Musée de la Photographie André Villers, Mougins; Lentos Kunstmuseum, Linz; Neue Galerie Joanneum, Graz; Museum der Moderne, Salzburg; Römerquelle Kunstsammlung, Vienna; The Inge Morath Foundation, New York.
Vive e lavora a Graz e a Pirano.

KRKAVCE. Istria. TerraBranko-Lenart mostra fotografica
La mostra è stata concepita nel 2011, come forma completa e rivisitata di un progetto iniziato in realtà nel 1975, quando Lenart ha visitato per la prima volta questo paesino dell’Istria interna scattando le prime fotografie. Durante il “lavoro sul campo” ha collaborato con i propri appunti anche sua moglie Friederike, ma i veri protagonisti sono i membri di dieci famiglie locali. Dal 1981 al 1988 le fotografie scattate sono state oltre un migliaio.

/…/ Le sorprendenti cromie – il grigio-argento, il nero intenso – e l’aspetto cristallino delle fotografie mostrano non solo il desiderio dell’autore di ricercare una realtà documentaristica, ma anche un’attenzione all’estetica davvero poco comune per quel tempo e quel luogo. /…/
/…/ Se la storia è stata decostruita o resa soggettiva (la mostra non segue, infatti, un ordine cronologico, ndr.), anche la successione temporale è divenuta una questione che attiene al mondo interiore del fotografo. Certo, si tratta di frammenti di ricordi di parole e d’immagini, eppure sono separati gli uni dagli altri, oltre che dalla linea che collega i giorni, gli anni e i decenni; così ora possono muoversi liberamente e unirsi grazie a particolari associazioni e inattese affinità.
Per Lenart, Krkavče è una specie di progetto proustiano, una ricerca dei decenni perduti, di una parte della vita che, scorrendo, ha portato cambiamenti per poi defluire. Da qui, il tentativo di recuperare il tempo, di collegare impressioni sparse lungo diversi decenni, di rendere una peculiare archeologia del passato prossimo, già ricoperto di detriti alluvionali e depositi del presente appena trascorso. /…/
(Primož Lampič.)

Branko-Lenart-artok mostra fotografica2

/…/ il peculiare romanzo fotografico di Branko Lenart su Krkavče – Carcase, che risale al periodo tra la metà degli anni ‘70 e la fine degli anni ‘80 del secolo scorso, è un tributo al paesino che rappresenta una pars pro toto dell’Istria, proprio come l’ha vissuto, indirettamente, attraverso l’obiettivo di Lenart, l’abitante locale Ivan Kerin nell’ultimo decennio della propria vita. /…/
/… / La macchina fotografica di Lenart non falsifica, ma scopre fatti del tempo e dello spazio prescelti. Così, il tempo si è come fermato e noi spettatori abbiamo la sensazione di esserci perduti, come se stessimo visitando un luogo del passato. Da ciascuna finestra di queste case che si ergono immobili nella propria struttura in pietra, degli occhi sembrano osservarci. /…/
(Aleksander Bassin)

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