Venerdì 12 giugno è stata inaugurata presso lo SMO, Museo di paesaggi e narrazioni, Wide Open Windows, mostra personale di Adriana Iaconcig, a cura di Eva Comuzzi. Il titolo, preso in prestito da un libro di scuola elementare, donato all’artista dal preside della scuola in Canada che stava per lasciare definitivamente diviene simbolo, metafora e ricordo di un luogo lontano. Luogo aperto e incontaminato dove Iaconcig ha sviluppato le prime impressioni sul paesaggio e la forma identitaria che ne deriva. “Il libro mi era stato regalato assieme a molti altri, perchè io non mi dimenticassi della nazione in cui ero nata e vissuta fino a nove anni e dove non sono più ritornata”, afferma l’artista. “Quando penso al Canada il mio immaginario visivo è ancorato soprattutto al ricordo di grandi territori selvaggi che mi rimandano ad un immaginario puro che ho cercato nella regione in cui vivo: il Friuli”, prosegue l’artista. “Un luogo ancora ricco di una natura con una qualità primigenia”. Per trovare questo aspetto ‘selvatico’, Iaconcig ha esplorato il territorio, prima ad est, verso le ultime colline boschive dei colli orientali, poi a nord, risalendo la selvaggia forra del fiume Natisone per arrivare quasi al confine con la Slovenia, agli impervi ed ampi prati che guardano al Matajur.
In mostra saranno presenti una decina di fotografie
di adolescenti dagli sguardi puri ma disincantati e un’installazione caratterizzata da quindici scatole di piccole dimensioni, 20 x 30 x 8 cm, denominate Wildness boxes, che l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio espositivo dello SMO, in stretta relazione con i suoi specifici scopi di conoscenza, tutela, salvaguardia della cultura del territorio delle Valli del Natisone, in cui questo museo è nato.Iaconcig tenta di dichiarare in modo discreto un’autenticità territoriale che è connaturata in quanto data dal luogo in cui si nasce. Nel caso specifico, il sentire di essere gente di confine che ha dovuto da sempre rapportarsi con le invasioni di altri popoli sino a plasmarne una natura chiusa e velatamente dura.Dal punto di vista di una rilettura dei ritratti in un’ottica attuale, c’è stata la necessità di un ritorno all’ordine, una volontà di ricominciare da dove si è partiti (il ritratto nell’ambiente). Ne sono nati una serie di ritratti di adolescenti del luogo, portatori consapevoli o inconsapevoli di un DNA legato al territorio di nascita.
Le foto sono tali creare due primi piani (il soggetto ed il paesaggio sullo sfondo) che rivaleggiano: uno rimanda all’altro in un continuo gioco delle parti e i soggetti appaiono pienamente integrati in questa parte di mondo che è il Friuli, in un bilico emotivo tra attesa fiduciosa e smarrimento.A corredo della mostra ci sarà un testo critico di Eva Comuzzi, curatrice.
da lunedì a sabato 17.00-19.00
domenica 15.00-18.00Ingresso liberoSMO – Museo di paesaggi e narrazioni | Landscape and narrative museum | Krajinski in pripovedni muzej
con sede in Comune di San Pietro al Natisone (Udine) – Via Alpe Adria, 73 tel: 0432 727490
sito web: www.smo-center.eu